Tiziano Gaia è nato a Torino il 31 marzo 1975
La famiglia originaria di Castellinaldo, piccolo paese non lontano da Alba (Cuneo), gli ha trasmesso la passione per la storia e le tradizioni locali. In gioventù ha così ideato e diretto svariate iniziative culturali, tra cui Cantè j’euv Roero (2000-2004), divenuto oggi uno degli appuntamenti fissi nel calendario degli eventi primaverili piemontesi.
Dal 2000 al 2008 si è occupato delle pubblicazioni e degli eventi del movimento internazionale Slow Food. In particolare ha ricoperto il ruolo di vice curatore della Guida Vini d’Italia Slow Food-Gambero Rosso e di curatore della Guida agli Extravergini.
È stato il primo direttore della rivista storica “Roero. Terra ritrovata”, promossa da Carlin Petrini nell’ambito del progetto nazionale “Presidi della Memoria” (2008-2010)
Nel 2009 ha lavorato all’interno del carcere delle Vallette (Torino) nell’ambito del progetto di inclusione sociale “Pausa Café”. In tale occasione ha conosciuto Christian Kouabite, con il quale ha poi intrapreso un lungo viaggio in Camerun da cui è scaturito il suo primo libro, “Puoi chiamarmi fratello”
È tornato a occuparsi di vino in due occasioni: insieme all’amico ed ex collega Giancarlo Gariglio ha collaborato alla stesura del libro “Grandi Vini” di Joe Bastianich, entrato nella classifica dei titoli più venduti negli Stati Uniti (2010); quindi ha seguito l’avvio di “Eataly New York”, dove ha gestito l’enoteca di vini italiani per circa un anno
Nel 2012 è tornato in Italia per ideare e scrivere il musical “6 come noi”, liberamente ispirato alla figura del beato Fratel Luigi. Lo spettacolo è stato messo in scena e diretto da Alessandro Avataneo. Lo stesso personaggio gli ha di recente ispirato la scrittura del lavoro documentaristico “Fratel Luigi. Gesti di santità”, diretto da Andrea Tomasetto
Nel 2013 ha unito la passione per le arti visive e la conoscenza nel mondo del vino per dare vita al progetto “Barolo Boys”, il cui film documentario, firmato insieme a Paolo Casalis e prodotto dalla Stuffilm Creativeye di Bra, è uscito il 30 settembre 2014 in Italia e il 3 novembre dello stesso anno negli USA. Già premiato come miglior documentario italiano nelle tematiche paesaggistiche e turistiche per l’anno 2014 e presentato in una ventina di festival internazionali, il film è entrato nella top 100 di iTunes.
Dal 2015 è al lavoro su un nuovo immaginario narrativo delle colline piemontesi. Sono tessere di questo mosaico i docufilm su Renato Ratti e sui Paesaggi Vitivinicoli patrimonio dell'Umanità. Nel 2018 si dedica anche alla montagna piemontese, raccontando la storia dell'alpinista-scrittore Gian Piero Motti. Sempre dal 2018, collabora con la rivista inglese Decanter ed entra a far parte dello staff del WiMu Barolo e della Fondazione Barolo & Castelli.
Dopo una serata torinese con l'amico Joe Bastianich, avvia il progetto a due voci "Il grande racconto del vino italiano", un viaggio immersivo in quella "Vigna d'Italia" portatrice di frutti, saperi, bellezza, tradizioni. Ne scaturisce un libro di oltre 500 pagine, che passa in rassegna tutte le regioni e tutti i territori del vino italiano, vitigno per vitigno, vino per vino. Scritto come un racconto epico, corredato dagli aneddoti di Joe, è una fotografia dettagliatissima del vino italiano tra passato e futuro.
Nel mese di marzo inizia una collaborazione a quattro mani con Joe Bastianich per "I piaceri del Gusto", il mensile del Gruppo Gedi in uscita con La Stampa e La Repubblica. In una rubrica a tutta pagina, intitolata "In 2 the wine", saranno raccontate grandi storie del vino italiano e portate alla luce gemme nascoste della viticoltura.
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